Sapere o non sapere

Leggevo tempo fa una frase (di Einstein, non ricordo esattamente com’era), che diceva qualcosa del tipo che, se non sai spiegare ad un bambino quello che tu sai, in realta non sai, e… mi sono fermata, ho pensato, ho ricordato e mi sono un po imbarazzata.

Mi sono ricordata come, due-tre anni fa, il figlio grande e venuto dall’asilo con una domanda “pesante”, con una di quelle domande a cui tu non pensi da tanto tempo,  o perché hai trovato risposta quando te stesso te la mettevi, o perché non hai trovato risposta, o perché l’hai trovata ma non ti e piaciuta, o forse non te la sei mai fatta e non ti ha mai interessato.

Sapevo la risposta alla sua domanda, e se avessi davanti un bambino più grande o un adulto, li avrei risposto con una parola, al massimo una proposizione. Se parlassimo in romeno, sarebbe più semplice, ma siccome noi parliamo in italiano, siccome io prima mi rispondo nella mia testa in romeno, siccome poi devo tradurre, siccome mi accorgo che non so la parola (essenziale per la spiegazione) e cerco delle alternative tenendo conto pure della sua eta… insomma, sarebbe molto più facile. Ma cosi, con mille ragionamenti in frazioni di secondi,  non sempre riesco ad essere spontanea, chiara, precisa. Siccome lui era piccolo,  non volevo usare parole  alle cui senso non l’avrebbe capito, ho pensato di andare pian pianino, con una introduzione che avrebbe dovuto chiarire un po i concetti, per aggiungere gradualmente all’essenza, ma forse mi sono allungata troppo, o forse ha perso la pazienza, ho forse si era stancato, e, la Metta del mio discorso, lo sento dire “blaa blaa blaa”.

Allora, imbarazzata, ho capito che non sono stata in grado di spiegarli, nei suoi tempi, nei suoi ritmi, che la mia strategia non ha funzionato, e ho deciso, da quel momento in poi,  di risponderli, semplicemente, cosi come risponderei a chiunque altro. Partire dall’essenza verso le spiegazione, e non dalle spiegazione all’essenza. Cosi e lui alla guida, cosi fa anche lui i suoi ragionamenti, cosi fa lui le domande di aiuto, cosi sara lui curioso a scoprire le cose, cosi mi fa vedere quant’e interessato all’argomento, ha la massima liberta e si ferma quando capisce, quando sa quello che voleva sapere. Ed e meglio. Molto meglio. Sia per lui, che fa esercizi mentali, ragionamenti logici, che per me, ho tempo di trovare esempi, di trovare le parole giuste.

A voi e mai successo di sapere, ma in realta di non sapere?

Se avete consigli e li volete condividere, scrivete nei commenti.

 

4 pensieri riguardo “Sapere o non sapere

    1. Non hai fatto errori, visto che sono riuscita a leggere l’articolo 🙂

      Anche io ho fatto (una ventina di anni fa) un corso “Il computer per i principianti”, ma non ricordo più nulla. Ho imparato nel tempo di dare definizioni semplici a questi termini tecnici. Se mi chiede mio figlio che cos’e un file (per prendere il tuo esempio, e visto che ora studia il computer a scuola) li diro che e come un libro in una libreria, o in biblioteca.

      Ma missa che mi chiedera qualcosa su cui non sono preparata con definizioni semplici :))

      Grazie. 🙂

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    1. Dici? Ecco, proprio ieri mi ha chiesto come si chiama una persona che ha, o che vede con un solo occhio… e non ho la minima idea… Non immaginavo una simile domanda ne in mille anni!

      Nessuno puo sapere tutto, ma se questo fosse possibile, di sicuro non sarei io :))

      Grazie comunque per il bel pensiero 🙂

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